venerdì 10 giugno 2011

LA "PANCIA" DEGLI ITALIANI E I REFERENDUM DEL 12-13 GIUGNO



Chiunque negli ultimi anni in Italia abbia preso in mano un qualsivoglia quotidiano dopo qualche vittoria elettorale della Lega Nord o del PdL avrà ritrovato, leggendolo, un'espressione ripetuta come un mantra in più di un articolo:la "pancia" degli italiani. Cosa si intendeva con questa espressione (metafora)? Semplicemente il mondo emotivo, le emozioni dirette ed intense della popolazione, emozioni che spiegavano, secondo commentatori e politici, le ripetute vittorie della Lega e del Popolo della Libertà. Veniva addirittura spiegato da diversi articolisti, su alcuni giornali, che tali emozioni dovevano essere rispettate, fossero anche emozioni come la rabbia o l'odio verso l'emigrante, e che si poteva nutrire simpatia per il linguaggio politico a dir poco virulento utilizzato dai vari leader di queste formazioni contro gli avversari politici e chi votava altrimenti (memorabili alcuni epiteti rivolti dall'attuale presidente del Consiglio agli elettori del centrosinistra).Insomma, veniva ad essere acclamato per la sua modernità un certo "primitivismo" emotivo, a discapito della vituperata ragione. Paradossalmente, all'alba del voto referendario del 12-13 giugno che riguarderà, oltre al nucleare in Italia, anche la gestione degli acquedotti pubblici ed il cosiddetto legittimo impedimento, ritroviamo gli stessi politici e gli stessi giornalisti a dire in televisione che tali referendum giungono in un momento sbagliato in quanto gli italiani, scossi dalla tragedia nucleare di Fukushima, voterebbero sulle scelte energetiche del nostro paese non in maniera ponderata ma in preda alle emozioni, cioè di "pancia". Sorge spontanea una domanda:com'è possibile che il voto di "pancia" dell'italiano medio fosse sino a poco tempo fa lodato da codesti come un'importante conquista culturale, per diventare invece, sempre per gli stessi, al momento attuale motivo di preoccupazione, al punto da cercare in ogni modo, prima con il decreto omnibus e poi con il ricorso alla Consulta, di bloccare questi referendum?


L'impressione che se ne ha è che costoro temano il popolo, tranne quando sono loro a dirigerne tramite i media i movimenti emotivi, e che soprattutto lo temano quando assurge a delle forme di consapevolezza estrema in seguito a eventi di grande rilevanza (come fu Chernobyl, e come può essere considerata la tragedia nucleare di Fukushima, tragedia tuttora in corso, con chilometri e chilometri di territorio contaminato dalle radiazioni, nonostante i media abbiano spostato i riflettori dal Giappone, in modo da illudere i telespettatori italiani che in quel paese tutto sia tornato alla normalità).


Ora, il principio di ogni democrazia è proprio la sovranità popolare, ed è quindi diritto sovrano del popolo poter decidere sull'opportunità di procedere a costruire anche nel nostro paese centrali nucleari, come anche sull'opportunità di lasciare in mano ai privati la gestione delle risorse idriche, e non è giustificabile che una certa classe politica si arroghi il diritto di decidere in vece sua, ed è per questo che il 12-13 giugno è importante recarsi a votare, comunque la si pensi sulle questioni in oggetto.

Carlo Dentali

giovedì 9 giugno 2011

TERZA PISTA DI MALPENSA:UNA NECESSITA' O UN ECOMOSTRO?

Uno studio abbastanza recente condotto dal medico epidemiologo di Brema, dott. Eberhard Greiser, ha preso in esame più di un milione di persone residenti vicino all'aeroporto di Colonia-Bonn allo scopo di valutare quale rilevanza aveva la vicinanza all'aeroporto nel determinare qualità e quantità delle patologie che interessevano gli abitanti. Si è così scoperto che aumentava, sia nei residenti di sesso maschile che in quelli di sesso femminile, il rischio di andare incontro a malattie cardiovascolari (fra cui l'ictus) e che, per le donne, aumentava la frequenza di tumori al seno e leucemie. Tale studio, uscito sul settimanale Der Spiegel, credo ci debba portare a riflettere anzitutto sulla necessità che studi di tal genere vengano ripetuti ovunque in Europa vi siano grandi insediamenti aeroportuali, al fine di valutare l'impatto di questi sugli abitanti e, in secondo luogo, sull'opportunità di considerare la ricaduta sulla salute dei residenti in una determinata provincia\regione come il più ingente fra i "costi" che un territorio che ospita un grande aeroporto arriva a sopportare.



Datosi tali aspetti del problema, ne consegue: le società che questi aeroporti gestiscono dovrebbero procedere con prudenza nella loro programmazione, e, soprattutto, dovrebbero considerare il territorio stesso con i suoi abitanti, e non solo un gruppetto di autorità più o meno rappresentative, come un loro importante interlocutore.



Dubito fortemente che tale prudenza d'azione sia stata la regola nell'ideazione del masterplan della Sea, inerente un ulteriore sviluppo strutturale sul territorio della provincia di Varese dell'aeroporto di Malpensa. Se è pur vero che l'aspetto paradossale di essere considerato un "aeroporto di Milano", quando lo stesso si trova interamente sul territorio della provincia di Varese, spiega come le decisioni sui programmi futuri di questa stazione aeroportuale vengano prese in gran parte a Milano ed in Regione Lombardia escludendo spesso la provincia, è altrettanto vero che spesso si intravede una volontà dei gestori di "scavalcare" l'opinione pubblica per imporre scelte assai discutibili. Io credo che ciò non sia più tollerabile: se gli abitanti della provincia di varese, ed in particolare del gallaratese, subiscono i danni ambientali di questo aeroporto, vedisi quanto sta succedendo all'importante Parco del Ticino,e con tutta probabilità anche ingenti danni alla propria salute, è loro diritto rivendicare un ruolo importante in ogni scelta di programmazione attuata dalla Sea che gestisce questo aeroporto ed un'assoluta trasparenza sulle motivazioni addotte per ogni decisione strategica.



Non mi pare che questo metodo virtuoso sia stato seguito di recente per la questione "terza pista". Di fonte al netto no di compagnie aeree e di Assaereo, e degli abitanti della zona, vediamo la Sea insistere comunque nel piano, incurante delle ricadute sul territorio di quella che, a tutti gli effetti verrebbe ad essere un'opera fortemente impattante totalmente ingiustificata e ingiustificabile, o, per meglio dire, giustificabile soltanto seguendo i criteri del noto Partito del Cemento, per cui quel che conta è cementificare e costruire, non il fine per cui si costruisce. Credo che, nell'Italia di oggi, un simile modo di rapportarsi al territorio non sia più ammissibile, ed è perciò che bene ha fatto la segreteria regionale del psi, nelle parole di Giuseppe Nigro, a stigmatizzare questo agire discutibile in una recente nota apparsa sulla Prealpina.

Carlo Dentali

mercoledì 1 giugno 2011

UN MONDO AL CREPUSCOLO, UN MONDO CHE INIZIA

 
"Era un crepuscolo che poté sembrare un'alba", pare disse Umberto Saba (sbagliando) del grande poeta Dino Campana, questa la frase che mi è tornata alla mente osservando su La7 l'esito dei ballottaggi.
Politologi e Sociologi, intervistati sui giornali, visto il crollo verticale del pdl, parlano di berlusconismo al capolinea, ma anche la Lega Nord non ha riscosso il successo sperato.
Eppure il presidente del consiglio in carica si era battuto come un leone per questa tornata elettorale, monopolizzando in contemporanea tre diversi tg, promettendo condoni edilizi a Napoli, evidenziando a più riprese come una vittoria elettorale del centrosinistra avrebbe portato i cosacchi a cavallo dal Don sino alle città italiane, ed anche la Lega Nord a Milano, parlando della futura "zingaropoli" di Pisapia, aveva provato a mobilitare l'elettorato mediante quella potente tecnica di persuasione sociale nota come "il ricorso alla paura".

Non ha funzionato nulla ed il pdl, in particolare, è crollato.

Molto si scriverà nei prossimi giorni sulle motivazioni di questa debacle, ed anche io mi permetto di avanzare alcune ipotesi:
 
1) L'Italia negli ultimi anni, con la crisi economica, è cambiata profondamente, infatti se analizziamo la disoccupazione giovanile vediamo un fenomeno che ormai riguarda tutta la penisola, come pure la sofferenza della piccola e media impresa riguarda ormai anche le provincie ricche del Nord, riducendosi così paradossalmente il divario nord-sud che aveva avuto in passato un ruolo determinante negli exploit leghisti.
 
2) L'azione attuata con "ammirabile" costanza dal Partito del Cemento in questi ultimi anni,Partito che dalla Maddalena sino alle città ed alle provincie del Nord, ha provveduto a devastare coste, disboscare boschi, cementificare parchi naturali, sventrare quartieri di città e cittadine, adducendo i più variegati pretesti - eccone un sintetico campionario: "rilanceremo l'economia","così creiamo lavoro","dopo questa grande manifestazione sportiva serviranno strutture ricettive per i turisti che arriveranno in gran numero", "servono i parcheggi","stiamo spostando le zone verdi", "dobbiamo lottare contro gli ambientalisti del no","le piante secolari sono malate","così miglioriamo la circolazione del traffico", e via andare con altre cretinate del genere - spesso profittando dei "grandi eventi" e di un falso mito del "progresso" (ossia che il "progresso" possa esserci soltanto riducendo la qualità di vità delle persone e a discapito della tutela dell'ambiente, idea balzana che trova da noi ancora un certo credito mentre in paesi avanzati come la Germania viene considerata un'assurdità).
Tale azione dissennata risulta ormai palese ai più, come pure l'inquinamento atmosferico, che ormai rappresenta una minaccia per la salute di molti italiani.
 
3) L'idea ormai presente nella testa di molta gente che lo sviluppo si muova su linee direttive ben diverse da quelle ipotizzate dalla dirigenza del pdl, e che quindi si debba evitare il "titanismo" delle grandi opere (che, fanno notare alcuni economisti, in questa Italia difficilmente si riesce poi a terminare una volta iniziate, data la mancanza di fondi, e che inoltre provocano spesso piccole apocalissi ambientali a fronte di un'utilità dubbia) e mirare invece, per produrre lavoro, alle tante "micro-opere" (come ad esempio ristrutturazioni di scuole e ospedali, cura del manto stradale, miglioramento della tenuta dei ponti, etc, etc).
 
4) La perdita di appeal dell'icona dell' imprenditore milanese anni "80 e "90, che, nell'immaginario di allora, solo contro tutti e partendo dal nulla, realizzava la propria fortuna. Molti giovani italiani si son resi conto che, nell'Italia di oggi, partendo dal nulla non si arriva a nulla dato che le porte del successo professionale sono state in gran parte chiuse a doppia mandata da una casta di anziani privilegiati, composta da politici ma anche da professori, manager, giornalisti, banchieri e compagnia cantante, fatta delle medesime facce che occupano (o fanno occupare dai loro parenti e sodali) tutto l'occupabile e non lasciano alcuno spazio ad una nuova generazione di ricercatori, di aspiranti imprenditori, di scienziati, di intellettuali, di artisti, ai quali non resta che ridursi a fare lavori precari e a meditare nella propria stanzetta con stipendi da fame.
 
5) L'autoreferenzialità di una certa classe politica che mira a proteggersi, ed a costruire formule di alleanze e bizzarre alchimie mentre l'Italia sprofonda nel baratro.
 
6) Dulcis in fundo, la passione nucleare del nostro attuale premier che, anche dopo il disastro ambientale ed economico di Fukushima, sembra non sia venuta meno (resta nella Storia la sua intervista insieme al presidente francese in cui il suddetto dichiarava che, appena il popolo italiano si fosse dimenticato del Giappone, il suo governo avrebbe ripreso i progetti nucleari).
 
Ma niente sarebbe potuto accadere se tutte le istanze di cambiamento non fossero state rappresentate, nelle città più grandi e nelle cittadine, con dignità e determinazione da persone oneste intellettualmente e di buona volontà, indipendentemente dall' appartenenza politica.
Tutto ciò credo abbia determinato la fine di un mondo, anche se ciò non significa che il berlusconismo sia evaporato tout-court, e che il pdl abbia esaurito il suo percorso storico.
La situazione è ancora in evoluzione, e questo è bene ricordarselo.
Perché la tentazione per i sindaci eletti per il centrosinistra potrebbe essere proprio quella di introiettare, una volta giunti nella "stanza dei bottoni", una vetusta "realpolitik" che li porterebbe ad isolarsi e a non capire più i nuovi bisogni dei propri concittadini.

Carlo Dentali

venerdì 27 maggio 2011

NOTE ELETTORALI

La recente tornata elettorale ha portato molte novità nel quadro politico, segno di mutamenti dell'opinione pubblica su cui è importante riflettere.
Anzitutto sembra che gli italiani siano stanchi dell'irrealtà generata a proprio uso e consumo da una certa classe politica deteriore: nessuno crede più ai campi da golf a Lampedusa, alle "no tax area" e ad altre scempiaggini del genere, piuttosto la gente comincia a percepire nella sua crudezza l'attuale realtà di un'Italia ferma economicamente, in cui la disoccupazione giovanile continua a salire, e devastata dal punto di vista socioculturale ed ambientale. In questa Italia infatti il Partito del Cemento resta un partito forte, il cui programma è chiaro e perseguito con determinazione ferma dai suoi membri: anzitutto eliminare ogni scampolo di verde da paesi, città, parchi, coste, adducendo i più variegati pretesti, ed in secondo luogo eliminare per quanto possibile gli edifici con una valenza storico-artistica per far posto a mostruosità architettoniche. Da notare, per inciso, che talvolta capita che gli autori di queste distruzioni poi si domandino sui giornali (con sprezzo del ridicolo) come mai la "vocazione turistica" dei territori da loro butterati non si riveli, quale "brand" potrebbe funzionare per il lancio: in effetti dovrebbero pensare ad un turismo dell'orrido, che abbia come "brand" il cemento, e che attiri come turisti degli aspiranti mister hyde.
Tuttavia, al contrario di qualche anno fa, sta rivelandosi una diffusa coscienza civile su questi temi, anche perchè molti cittadini si stanno rendendo conto di quale grave pericolo rappresenti per la salute di ciascuno la cementificazione del territorio, e l'inquinamento conseguente.
Altra importante novità è lo sguardo più attento degli elettori sul candidato, sguardo che inizia a prescindere dalle dicotomizzazioni di una politica astratta e lontana dalla realtà quotidiana (che sfociava nel votare questo o quello a seconda di una appartenenza al centrosinistra o al centrodestra) per arrivare a focalizzarsi sulla personalità del candidato, sul suo stile di comportamento, sulle sue idee riguardo a servizi, lavoro, lotta all'inquinamento, atteggiamento favorevole o contrario alla tutela dell'ambiente.
Credo sia per questi motivi che l'ingegner Guenzani a Gallarate ha ottenuto un buon successo: nei fatti egli ha scelto coraggiosamente di puntare con il suo programma sui servizi alla persona, di provare a ridurre seriamente l'inquinamento dell'aria, e di impedire un'ulteriore, disastrosa, cementificazione di Crenna e di Gallarate in generale, e ciò, dato che ogni persona è interessata al proprio benessere ed alla salute dei propri cari, risponde all'interesse di tutti i cittadini, di qualunque colore politico siano.
Ora che incombe il ballottaggio con lo sfidante del pdl, serve l'impegno di tutti nel sostenere Guenzani andando a votare.

Carlo Dentali

mercoledì 25 maggio 2011

La destra allo sbando I tedeschi lasciano Malpensa

I tedeschi abbandonano lo scalo di Malpensa dopo soli due anni. Il centrodestra lombardo, l'assessore ciellino ai trasporti di Regione Lombardia, ancorché varesino, è dispiaciuto per il cambio di strategia di Lufthansa. C'è da presumere che abbia appreso la notizia dai giornali. Emerge anche la strategia della compagnia tedesca che canalizza il traffico aereo destinato ai collegamenti a lungo raggio su Monaco di Baviera.

Insomma, finisce l'illusione che i tedeschi avrebbero realizzato l'hub a Malpensa. E Gallarate sta a guardare? E' ora di voltare pagina in città e votare il candidato di centrosinistra Edoardo Guenzani La strada va percorsa con decisione, poiché è la condizione per ridare un ruolo a Gallarate e alla provincia di Varese tutta.

Fra pochi giorni si chiarirà anche l'ultimo equivoco di chi ancora vorrebbe alimentare l'idea che si possa stare a destra e usurpare la tradizione socialista. Vota Guenzani e aderisci al PSI.

martedì 17 maggio 2011

SALVATORE FEDERICO

Ringrazio di cuore tutti quelli che mi hanno votato. Il fatto che il nostro
candidato sindaco Ing. Guenzani va al ballottaggio, battendo la Lega, è un po'
anche merito nostro e vostro. Il nostro partito, per adesso è piccolo, abbiamo
ottenuto l'un per cento, ma per me è stato comunque un bel successo, anche
personale. Grazie a tutti di cuore. Salvatore Emanuele FEDERICO

lunedì 9 maggio 2011

Per il socialismo tricolore

Siamo contro la Lega anche quando candida una signora gentile. I leghisti si sono resi conto che l'elettorato di Gallarate è stufo delle prepotenze e della sfacciataggine della destra. Tentano di prendere le distanze da una destra facendo una battaglia politica sul tema dell'onestà. Come dire che l'amministrazione uscente ha qualche scheletro nell'armadio. È lo stesso segretario federale della Lega a parlare di “mala gestione” della destra.

Però non basta candidare un personaggio che si definisce “onesto” per smarcarsi da alleati imbarazzanti. La Lega è il miglior alleato di Berlusconi e chiunque andrà al governo della città deve sapere che il federalismo tanto auspicato da questo partito sarà motivo di ulteriori diseguaglianze. Entriamo nel merito delle questioni: la lega localmente alimenta la paura, come se fossimo assaliti da un'orda di stranieri, centralmente con il suo ministro taglia le spese alla Polizia di Stato. Qualcuno si ricorderà delle proteste degli agenti ad Arcore. La Lega denuncia la gestione del territorio e in questi ultimi quindici anni ha urbanizzato ogni angolo della brughiera. Denuncia gli abusi inerenti le spese dell'amministrazione uscente senza ricordare agli elettori dov'era. Infine una domanda diretta al candidato sindaco della lega. Ma perché ci fa pagare ancora il canone TV, visto la pessima qualità dei programmi e l'uso strumentale delle informazioni cui siamo costretti ad assistere. Ai cittadini chiediamo di votare gli esponenti socialisti veri, quelli che hanno il coraggio di rimanere sotto i propri simboli, non di cercare fortune personali.

giovedì 5 maggio 2011

TAGLI ALLA SCUOLA

Da Salvatore Emanuele Federico

Tagli alla scuola una scelta tutta politica


In questi giorni la Camera inizia a votare il Documento di Economia e Finanza
2011. Tra le voci che prevedono un taglio drastico dei fondi c’è la scuola
pubblica, l’università e la ricerca.
Si parla di 4 miliardi e 561 milioni di euro che ogni anno, dal 2012 al 2014,
verranno decurtati. Tenendo presente che già nel biennio 2009-2011 ci sono
stati tagli pari a 8 miliardi e 13 milioni di euro, si ha il quadro generale di
un settore, quello della scuola e ricerca, che si trova ad arrancare per
fornire anche i servizi di minima necessità.
Se guardiamo le politiche attuate dagli altri Paesi occidentali, il paragone è
imbarazzante: la crisi ha toccato più o meno tutti, così come tutti si trovano
ad affrontare situazioni di deficit più o meno gravi, ma nessuno ha pensato di
andare a tagliare su scuola, università e ricerca, in quanto consapevoli che si
tratta del futuro stesso del Paese di riferimento, non di un settore quasi
superfluo come invece accade in Italia.
La cosa stupefacente è che il tutto sta passando senza clamore, nessuno si
pone in condizione di denunciare che i precari che già da settembre 2009 sono
rimasti a casa sono tantissimi. E’ come se avesse chiuso una multinazionale,
nel silenzio più profondo. Tagliare la cultura è solo vantaggio di chi governa,
far credere che la vita sia riconducibile a trasmissioni televisive, a
superficialità ed apparenza, permette di evitare che i governati si pongano
domande sul perché non c’è più diritto al futuro.
Evitare che i bambini sappiano come è nata l’Unità d’Italia favorisce chi
punta alla sua divisione. Evitare che i bambini sappiano che siamo stati per
decenni un popolo di migranti, permette di accendere razzismo contro gli
attuali immigrati. Evitare che la Costituzione sia un testo da leggere e
studiare, permette di facilitare le sue modifiche. Evitare che i giovani, che
magari un domani saranno lavoratori, sappiano che quaranta anni fa un certo
Brodolini ha disciplinato il mondo del lavoro con uno Statuto, permette di
scongiurare richieste di diritti. Evitare che le donne sappiano che l’articolo
37 della Costituzione disciplina la parità di condizione tra i due generi nel
mondo del lavoro, consente che le stesse vedano come cosa normale essere pagate
di meno rispetto agli uomini e sentirsi in colpa per la maternità.
Ecco, forse i tagli servono a questo, solo a questo. Professori più poveri,
meno numerosi e meno alunni; questo è il futuro che ci viene proposto per i
prossimi anni.

art. di claudia Bastianelli su l'Avanti n° 18 dell'8 maggio 2011

Amianto all'ospedale di Gallarate: i socialisti denunciano i rischi per la salute dei cittadini

Anni di governo della destra hanno portato l'Ospedale S. Antonio Abate a raggiungere un triste primato. Chi lo dice? L'Assessore regionale del centrodestra che ha recentemente dichiarato sul sito ufficiale di Regione Lombardia (4 maggio 2011): "per questo presidio … c'è un attenzione particolare, perché vogliamo portarlo dentro gli standard richiesti … questa struttura ha bisogno di grossi interventi infrastrutturali".

Che cosa hanno fatto gli amministratori della destra nei confronti dell'ospedale? Evidentemente poco, se è lo stesso responsabile lombardo a dichiarare che il presidio di Gallarate è sotto gli standard della sanità lombarda.

C'è un problema sopra tutti che ci preoccupa: la presenza dell'amianto, secondo la direzione ospedaliera presente nella struttura del nosocomio.

L'incuria della destra è evidente. Per questo diciamo ai cittadini di Gallarate che è giunto il momento di cambiare. Dai il tuo voto ai rappresentanti il PSI, il partito della tradizione popolare della città. Vota socialista. Quelli autentici

sabato 30 aprile 2011

L'ARTE DELLA GUERRA DI WALTER

Immaginate se Garibaldi a Calatafimi avesse detto ai Mille: "All'assalto, ma il nemico è invincibile!".

Ho letto l’intervista di Walter Veltroni - pubblicata da La Repubblica, giovedì 21 aprile - con attenzione e con apprensione.

Veltroni condusse il partito al miglior risultato, 33,4%, ma fu travolto da critiche certamente ingenerose e preferì ritirarsi. Con altra tempra sarebbe rimasto al suo posto. Per questo l’ho cancellato dai miei affetti. Ma comprendo il suo umano desiderio di rivalsa.
Afferma Veltroni che deve avviarsi “una fase simile a quella della ricostruzione postbellica”.
Se la fase postbellica di Veltroni è la stessa che ricordo io, cioè il decennio 1945-1955, già mi allarmo per la divergenza di esperienze e di memoria.
Per sua fortuna Veltroni non ha conosciuto quale fosse la condizione di una famiglia operaia del primo dopoguerra, la miseria e le umiliazioni dell’immigrazione interna, la volontà caparbia di resistere ed emergere.
Non può esserci raffronto tra la condizione italiana del dopoguerra e quella attuale, solo la condizione d’oggi di molti immigrati può paragonarsi alla nostra condizione d’allora.

Oppure Veltroni vuol riferirsi alla amarissima (ma provvidenziale) sconfitta del 18 aprile 1948, che aprì la serie delle sconfitte della sinistra, incapace – unica in Europa – di evolvere a protagonista autonoma della storia politica e sociale del Paese. Su questo argomento rimando ad alcune considerazioni che Giuseppe Adamoli ha ospitato nel suo prestigioso blog.
Veltroni indica la soluzione della crisi attuale, causata dal cosiddetto “berlusconismo”, nella formazione di un “governo di decantazione”: se ben capisco dovrebbe trattarsi di una coalizione di tutte le forze politiche che non hanno mai vinto una elezione, politica e regionale, che dovrebbe prendere il posto dell’attuale maggioranza che, invero, le elezioni le ha vinte.

A questo punto sono quasi terrorizzato, perché questo (chiamiamolo con il suo nome) colpo di stato potrebbe attuarsi soltanto con la complicità del Presidente della Repubblica.
Sappiamo che la tentazione autoritaria alligna a sinistra: da Asor Rosa a Di Pietro a Franceschini, si è invocato l’intervento dei Carabinieri, delle Forze Armate, e persino (a sfregio della Resistenza) la ricostituzione del Comitato di Liberazione Nazionale, mentre Eugenio Scalfari insiste nel suggerire l’intervento del Colle.
E’ sconsolante come si sia dimenticata la lezione leniniana dell’estremismo malattia infantile, e si travisi la concezione gramsciana dell’egemonia.
(Di Gramsci ricorrerà, il prossimo 27 aprile, l’anniversario della morte: il circolo Garibaldi lo ricorderà nel corso della celebrazione della Resistenza di giovedì 28. E’ un onore per noi che il senatore Giuseppe Gatti abbia accettato di presiedere l’evento).

Oppure, ritornando alle tesi di Veltroni, oppure le elezioni anticipate: ma c’è il rischio – afferma Veltroni - che Berlusconi vinca un’altra volta!

Veltroni pare avere introitato la lezione di Obama, il presidente USA che con le truppe impegnate sui fronti di guerra fissa la data del ritiro, rendendo inutile e vana qualsiasi goccia di sangue sia versata ancora.
E, mi pare, una radicale innovazione dell’arte della guerra: spronare alla lotta affermando che il nemico è praticamente invincibile!

E qui l’ultima mossa: a campagna elettorale aperta chiedere a Casini di allearsi con il centrosinistra. Ovviamente Casini – che non è un pirla – ha risposto di no ed io immagino il soave sogghigno dell’amico Luigi Patrini!

Credo di aver dato conto delle motivazioni della mia apprensione: sarò grato se si vorrà tranquillizzarmi, spiegandomi per filo e per segno la sagacia di queste innovazioni strategiche.

ulderico monti

venerdì 29 aprile 2011

GLI EROI E I TRADITORI

Gli Eroi e i Traditori o Della paura della Morte

Questa noterella è una povera riflessione che ha origine dalla lettura di “Nostro fratello Giuda” di don Primo Mazzolari – Pasqua 1958. A mia vergogna dirò che non conoscevo questo altissimo insegnamento di misericordia: sono grato al carissimo don Ambrogio Villa di avermelo indicato.

I grandi ideali hanno sempre annoverato Eroi e Traditori: è regola universale sempre verificata nella grande Storia e sempre rinnovata nel mondo e anche qui da noi, nella nostra piccola cronaca.

Gli interpreti del dramma umano della fedeltà agli ideali e del rinnegamento vivono la loro sempre drammatica esperienza con tutta la ricchezza o la povertà della propria umanità e nessuno di noi potrà mai sapere quale destino ci attenda e come si concluderà la nostra esistenza.

La consapevolezza del nostro incerto destino ci obbliga a non ergerci a giudici di nessuno e ci inclina al compatimento delle miserie umane che sono anche nostre.
Tanto più saremo comprensivi e compassionevoli – sperando che altri lo siano nei nostri confronti – quando assistiamo alla decadenza etica di persone che avevamo considerato esempio di dignità ed onore.

Forse è il terrore della Morte che incombe su noi e di cui acquisiamo maggior contezza nella nostra vecchiaia che può indurci nella umanissima tentazione di contrastarne il potere sovrano con l'illusoria esplosione della nostra libidine, quale irrazionale tentativo di ritrovare e preservare la nostra perduta giovinezza.

Tra le libidini che ci minacciano, è probabile che la libidine erotica sia la più innocente, e la più pericolosa sia la libidine del potere.
E' così che donne e uomini si arrendono a deplorevoli ambizioni che li condannano al rinnegamento degli ideali o delle illusioni che forse un tempo li hanno ispirati.

Non giudichiamo, non ne abbiamo il diritto: noi che potremmo un giorno esser colti dalla stessa libidine, che potremmo cedere alla tentazione dei trenta denari del nostro fratello Giuda, possiamo esprimere soltanto la nostra compassione per le sorelle e i fratelli traditori.

Ulderico Monti

mercoledì 27 aprile 2011

CAMPAGNA ELETTORALE




CARABINIERI

Noi abbiamo servito la Patria e giurato fedeltà alla Repubblica. Esprimiamo la collera e la indignazione per l’aggressione che ha gravemente ferito due Militi dell’Arma dei Carabinieri: ad essi la nostra solidarietà.
Ci chiediamo come abbia potuto accadere che la pattuglia dei Carabinieri sia stata colta di sorpresa e non abbia fatto uso delle armi in dotazione.
Dovrebbe essere assiomatico che chiunque osi attaccare l’Arma – e in generale le Forze dell’Ordine – lo fa a rischio della propria vita.
Soltanto il rigore delle regole d’ingaggio delle Forze dell’Ordine e la dura applicazione della Legge potranno garantire l’ordinato assetto della nostra democrazia.
Noi siamo per l’Ordine.

Giambattista Giannotto – Carabiniere in congedo
Ulderico Monti – Ufficiale dell’Esercito in congedo

giovedì 21 aprile 2011

AIUTO !!!!

www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/222153/pelazza-il-parco-dello- spaccio.html

Cari amici lettori del blog Vi invito a visionare questo link , servizio delle Iene andato in onda ieri sera mercoledì 20- aprile 2011, alle ore 21.00 su italia uno, di cui io personalmente apprezzo il loro intervento. Mi dispiace vedere queste situazioni squallide e pericolose nella nostra città. Lascio a Voi giudicare e commentare in che società ci troviamo......
Giambattista Giannotto

martedì 19 aprile 2011

PER COSA NON SI VOTA A GALLARATE E PER COSA SI VOTA

A Gallarate è tempo di elezioni, fra non molto si voterà per eleggere sindaco e giunta: i politici locali ne parlano e si schierano, troppi fra loro intenti a proporre qualche immaginario shangri-la agli elettori ci spiegano perché uno dovrebbe votarli e votare il loro partito.

Io ritengo opportuno che ogni cittadino, prima di ogni altro ragionamento, si soffermi a pensare per cosa NON SI VOTA a Gallarate.

-Non si vota pro o contro Ruby-rubacuori.
-Non si vota pro o contro il processo breve.
-Non si vota pro o contro il carniere di barzellette che l'attuale presidente del Consiglio sciorina in tante occasioni pubbliche.
-Non si vota pro o contro il comunismo, in quanto il comunismo fa ormai parte della Storia, come Stalin, Hitler e Tamerlano, non certo del 2011.
-Non si vota pro o contro l'emigrazione dall'Africa, perché tale emigrazione è un fenomeno epocale e drammatico che riguarderà sempre più nei prossimi anni l'Italia e l'intera Europa, indipendentemente dal colore politico dei governi.
-Non si vota pro o contro le tasse, perchè governi e comuni, che siano di destra, centro, sinistra o leghisti, ne abbisognano e non mancano mai di caricarle sui cittadini in forma diretta (i meno furbi) o in forma indiretta (i più furbi).
-Non si vota pro o contro il federalismo, perchè la possibilità di realizzarlo è già nelle mani dei ministri del governo attualmente in carica.
-Non si vota pro o contro la Padania.
-Non si vota pro o contro la guerra in Libia, Gheddafi e le gheddafine.
-Non si vota per permettere a questa o quella forza politica di acquisire maggiore rilevanza sullo scacchiere della politica regionale, dato che le elezioni regionali ci sono già state.
-Non si vota pro contro una persona che promette il "massimo" per giovani, famiglie, scuola e ambiente, ma ci si domanda piuttosto costui, che governava insieme al sindaco uscente la città, cosa ha fatto sinora per giovani, famiglie, scuola e ambiente e ci si domanda inoltre cosa intenda per il "massimo", perchè è un termine sin troppo vago, persino ambiguo: il "massimo" può anche significare il "massimo del cemento" su Gallarate, e non credo che molti gallaratesi sarebbero d'accordo.

Se per "politica" intendiamo ancora "l'organizzazione, l'amministrazione dello Stato e la direzione della vita pubblica", dovremmo chiederci quale direzione della vita pubblica propongono a Gallarate ed ai suoi cittadini i candidati in campo, e su questa base orientare una scelta di voto.

Io credo che l'ingegner GUENZANI, che i SOCIALISTI GALLARATESI sostengono fortemente,
1)con la sua scelta di porre un freno alla cementificazione della città ed agli ecomostri,
2)con la volontà di puntare sui servizi alla persona e di rendere i quartieri della città vivi e maggiormente vivibili, e non dei dormitori,
3)con la sua rinuncia a ragionare in termini di tattica politica (come invece sembrano ragionare i suoi avversari),
proponga la MIGLIOR DIREZIONE per Gallarate e perciò la POLITICA MIGLIORE.

Carlo Dentali

lunedì 18 aprile 2011

LISTA CANDIDATI

Socialisti e Repubblicani



Candidato sindaco:
Edoardo Guenzani






1. Cesarino Ivan
2. Ciccocioppo Aurelio
3. Cunzolo Andrea
4. De Lucia Matteo
5. Dentali Carlo
6. Dicati Catia
7. Disarò Federico Giovanni
8. Faillace Gian Domenico William
9. Federico Salvatore Emanuele
10. Forti Fausto
11. Giannotto Giambattista
12. Grisolia Marco
13. Lombardi Maria Teresa
14. Monti Ulderico
15. Orlando Michele
16. Perrone Biagio
17. Rainoldi Santino Giuseppe
18. Todaro Saverio
19. Vadalà Giuseppe
20. Veneziani Roberto

COMUNICATO ROBERTO BISCARDINI



PRESENTATO RICORSO CONTRO IL NUOVO PSI
Care compagne e cari compagni, vi comunico che ho presentato il ricorso contro la lista del Nuovo Psi che si presenta in alleanza con il centrodestra di Letizia Moratti.
Vi allego il testo del comunicato stampa.
A presto Roberto Biscardini

MILANO,RICORSO DEI SOCIALISTI CONTRO IL SIMBOLO DEL NUOVO PSI E’ stato depositato questa mattina alla Commissione elettorale circondariale alle ore 11,40 il ricorso del Partito Socialista Italiano contro la lista denominata Nuovo PSI ritenendo illegittima l’ammissione di tale lista. I socialisti del PSI chiedono la ricusazione del contrassegno illegittimamente utilizzato dal “Nuovo PSI” , in quanto riproduce un simbolo e nome tradizionalmente caratterizzanti il PSI, peraltro depositario dei simboli con il garofano. Il ricorso è stato presentato da Roberto Biscardini, segretario provinciale del PSI, oggi candidato al Comune di Milano nelle liste del PD, a seguito di un accordo elettorale tra i due partiti, che ha dichiarato: “Un ricorso fatto per ragioni di giustizia. Non consentiamo l’uso di simboli tradizionali del PSI che sono per altro in nostro possesso. Sul piano politico c’è di peggio, vedere la parola PSI a fianco di Letizia Moratti fa veramente tro ppa impressione. Al di là dei soldi che la Moratti ha messo in campo per disporre di un numero smisurato di simboli di partito. Ma gli elettori non sono stupidi, i socialisti a Milano non stanno con la Moratti.”

venerdì 15 aprile 2011

C'era una volta il 25 aprile

C’era una volta il 25 aprile.

Il fronte bloccato sulla Linea Gotica, la Resistenza tra i monti della Lunigiana, i rastrellamenti e la fame; era il terribile inverno del ‘44-45, tempo di odio e di speranza.

Avevamo sgomenti vissuto la vergogna dell’8 settembre, l’esercito in fuga che implorava abiti civili, e tra i boschi sopra Pontremoli avevamo incontrato i primi ribelli, quando le scarpe rotte erano la drammatica realtà.

Si organizzarono le prime formazioni, gli aeroplani degli Alleati effettuavano i “lanci” di armi e rifornimenti.

Il 25 aprile 1945 fu la liberazione, una primavera radiosa di pace e di libertà.

E di illusioni.

Credemmo fermamente che si fosse compiuto il secondo Risorgimento, che l’eroismo di pochi avesse riscattato l’onta dei Savoia (e del complice Mussolini, dittatore anomalo, incaricato dal re a Primo Ministro, e dal re licenziato), che nel corso nuovo della storia d’Italia svanisse l’età degli “oziosi principi” e delle “vilissime armi”, esecrate dal sempre nostro contemporaneo Machiavelli.

Seguirono gli anni della minaccia sovietica sull’Europa e del difficile corso della democrazia italiana, ma, nei decenni, vanamente sperammo che la Liberazione, il 25 aprile, divenisse il lievito della coscienza unitaria della Nazione, che si ricomponesse la memoria lacerata ed il rispetto di tutti i morti.

Vane illusioni: il fallimento storico della sinistra italiana, mai capace di assurgere – unica in Europa - al ruolo di protagonista autonoma dei destini del Paese, e la mistificante interpretazione auto-assolutaria degli errori commessi, hanno avvilito la volontà unitaria e segnato il destino della democrazia italiana, debole ed incompiuta.

In questo contesto ci chiediamo come possa ricomporsi il quadro dell’Unità d’Italia, lacerato da mitizzazioni e mistificazioni, affinché possa avverarsi il significato della Resistenza quale esito del Risorgimento, riscatto - dall’onta del servaggio - dell’onore e della dignità.

Questo fu la Resistenza, questo deve essere ribadito, ma non diremo che dalla lotta di liberazione ebbe origine la democrazia italiana, perché essa ci fu data in sorte a Yalta dalla divisione dell’Europa in zone di influenza: ad Occidente, libertà e democrazia, ad Oriente oppressione e tirannia.

L’Italia fu democratica perché la linea di Yalta passava da Trieste, come tragicamente sperimentarono gli Italiani di Istria e di Dalmazia.

La riprova l’abbiamo nell’esperienza iugoslava, che conobbe il più forte movimento di resistenza in Europa, ma non ebbe come esito la democrazia, e nell’esperienza tedesca, che non ebbe resistenza armata, ma che generò una democrazia forte e compiuta ad Occidente, e una dittatura ad Oriente.

Questa è la verità storica, fondamento della riconoscenza e della solidarietà con il popolo degli Stati Uniti d’America.

Che fare?

Nei giorni prossimi di maggio ricorrerà l’anniversario della spedizione dei Mille, la folle intrepida impresa che unificò l’Italia e radicò la partecipazione di popolo all’Unità.

Nel segno dell’impresa garibaldina, prima che quell’impresa fosse offuscata dal massimalismo comunista, vivemmo la realtà delle Brigate Garibaldi della Resistenza.

Per recuperare il senso primigenio del 25 aprile, ricominceremo dal Risorgimento:

C’era una volta il generale Giuseppe Garibaldi…”

ulderico monti