martedì 12 aprile 2011

I disperati del Mediterraneo

“ … gli si avventò un'onda altissima,

con terribile impeto, e fece girare la zattera.

Lontano, fuori dalla zattera fu sbalzato e il timone

lasciò andare di mano: in mezzo si spezzò l'albero

sotto l'orrenda raffica dei venti lottanti,

lontano la vela e l'antenna caddero in mare.

Molto tempo rimase sommerso, non fu capace

di tornar subito a galla, sotto l'assalto della grande onda:

le vesti lo appesantivano....”. (Odissea - Libro quinto, 313-321. Versione Rosa Calzecchi Onesti)


Sono convinto che nel Mediterraneo un naufrago affoghi oggi con le stesse modalità di terrore e di disperazione dei naufraghi di tremila anni fa.Ma se Ulisse aveva dalla sua Dee e Ninfe, i disperati che muoiono a due passi dal civilissimo Occidente sono disperatamente soli.

Noi, agguerriti occidentali, abbiamo mezzi che dall'alto dei cieli ispezionano il territorio per la nostra sacrosanta sicurezza e che per virtù tecnologica potrebbero “contare i peli delle zampe delle mosche”, ma non riusciamo a vedere i barconi che vanno alla deriva, quando partono dalle coste africane.

Perché, se il destino dei reietti è di annegare che anneghino, ma lo facciano fuori dalle acque territoriali.

E qui si viene al punto cruciale: le acque “territoriali”, di chi?

Una concezione razionale e solidale, e perciò pateticamente utopica, affermerebbe che le coste mediterranee del continente europeo siano, appunto, i confini dell'Europa politica.

Dunque le acque territoriali a cui approdano i disperati, se provvidenzialmente non sono annegati prima, sarebbero di pertinenza dell'Europa politica.

Non è così, a conferma da ciò che ben sappiamo: l'Europa politica non esiste!

Come surrogato abbiamo una costosa casta di burocrati che, con forbito linguaggio e aristocratico sussiego, ha fatto propria l'essenza dell'efficacissima sintesi del geniale Umberto Bossi.

Fuori dalle balle!”.

Con voce impotente grido la mia angoscia, perché so che verrà il giorno in cui ci verrà presentato il conto:

Dio vendicatore, risplendi! Alzati, giudice della terra, rendi ai superbi quello che si meritano!” (salmo 94, 1.2).

E noi?

Ulderico Monti

Nessun commento: